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Week end a Valencia di Roberto e Licia

valencia_roberto_licia Questo fine settimana abbiamo deciso di trascorrerlo con Ale e Yat a Valencia.

Siamo arrivati la sera verso le 21.00, dopo 1 ora e 40 di volo, credevamo di essere arrivati a fine giornata e invece abbiamo trovato una città  al tramonto con i negozi aperti, la cena ancora da preparare.

La prima cosa che ci ha colpito ਠstata la fluidità  degli stili architettonici, le strade ampie trafficate e scorrevoli che rendono le distanze pi๠vicine, abituati a Roma dove per raggiungere l’altra parte della città  devi programmare almeno due ore di tempo tra il tragitto, il traffico ed il parcheggio (lavori in corso permettendo!).

Dicevamo abituati a Roma, la città  eterna, con i suoi 2000 anni di storia, dove puoi trovare tutto, che senti provinciale e metropolitana, empatica e viva in ogni suo sanpietrino, con la sua bellezza fiera, quasi arrogante e fragile allo stesso tempo, della quale un romano non puಠfarne a meno, imparagonabile per quanto l’ami.

Valencia ਠdiversa, si presenta nel suo apparente “anonimato”, a tratti simile a tutte le città  divise da un fiume che l’attraversa, che solo ad un secondo sguardo scopre, quasi con discrezione, una ricerca nel miscelare espressioni stilistiche che racchiudono un piacere quasi sensoriale.

Ti guardi intorno e devi ancora riprenderti dalla sorpresa di avere ancora del tempo a disposizione, per fare la spesa, per fare shopping, per decidere dove andare, per prenotare, senza pensare che a differenza di una metropoli puoi mangiare alle 23.00 senza ponderare gli orari di chiusura.

Gli occhi imprimono immagini, fotografie che sbiadiranno con il tempo e che renderanno Valencia uguale a tutte le altre e che la sua unicità  potrà  essere data solo dalle persone con la quale si ਠconosciuta.

Una bellezza unica e piena di grazia ਠil Museo Oceanografico all’interno del Museo dell’Arte e delle Scienze, costruito dalla genialità  indissolubilmente legata ad una grande sensibilità  di Calatrava, per apprezzarlo serve una mattinata ed una parte del primo pomeriggio, si percepisce nell’attraversare le piscine all’aperto e gli acquari poi, un’analisi quasi naturale degli ambienti, dove il bianco ed il celeste si fondono tra il cielo e la terra, dove l’illusione della libertà  si confonde con il giogo della vita.

Tra le cose pi๠belle che ho visto c’ਠla coma, un quartiere di gitani…. Certo! Come puಠun quartiere di gitani essere bello dopo che hai visto “come” in altre città  pi๠culturali vengono “accettati” e ospitati?

La coma ਠun quartiere accanto ad altri residenziali, che potrebbe essere confuso con molti quartieri di Roma, fatto di abitazioni, dove il concetto di popolarità  edilizia ha una cognizione diversa dalla nostra, abbastanza pulito o sporco come puಠessere un quartiere, dove il tetto ਠin cemento come il mio, cosଠle condutture dell’acqua e del gas, dove non c’ਠla necessità  o la voglia di disprezzare tutto, dove per entrare in casa non attraversi un prato sporco e maleodorante, dove la tolleranza per la diversità  diventa accettabile e dignitosa per l’essere umano.

Da romani fieri e stanchi del caos mi domando come questo possa essere possibile, cosa non ha permesso una simile integrazione? Sicuramente vi saranno difficoltà  anche lଠe sicuramente si puಠfare altro, ma sicuramente se fossi un valenciano sarei fiero pi๠per questo che per la movida.

Valencia ti restituisce la speranza che si puಠessere migliori, divertirsi senza rincorrere il tempo, integrarsi ed essere propositivi, dove dare spazio ad altri non si confonde con la restrizione del proprio.

Per ultimo, senza essere troppo personale, grazie all’ospitalità  e l’amicizia di Yat ed Ale, amicizia diventata quasi anacronistica e fuori da schemi…. Siate felici!!!!!!!

2 Comments on "Week end a Valencia di Roberto e Licia"

  1. Grazie a voi per la vostra amicizia che non si ਠper niente “appannata” con il tempo… Tornate presto! 🙂

  2. Dovreste sentire il pensiero dei Valenciani, prima di parlare di gitani o rumeni accettati 🙂 😉

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